Competenza vettoriale di Aedes albopictus per il virus Mayaro: implicazioni per l’Italia
Uno studio pubblicato da un gruppo di ricerca belga nel 2024 sulla rivista Parasites & Vectors ha approfondito il potenziale rischio epidemiologico associato al virus Mayaro (MAYV), un arbovirus che genera sintomi simili alla chikungunya.
I ricercatori hanno dimostrato che, in condizioni di laboratorio, la Zanzara Tigre (Aedes albopictus), ormai stabilmente presente in tutte le regioni italiane e con alte densità nell’area della Pianura Padana, può trasmettere il virus.
Il virus Mayaro appartiene al genere Alphavirus ed è endemico nelle foreste tropicali dell’America Centrale e Meridionale, dove è trasmesso da zanzare del genere Haemagogus. Nell’uomo provoca una malattia acuta con sintomi simili alla chikungunya: febbre improvvisa, dolori articolari intensi, rash cutanei, cefalea e talvolta disturbi gastrointestinali.
Negli ultimi anni sono stati segnalati diversi casi importati a seguito di viaggi in aree endemiche in Germania, Francia, Svizzera e Paesi Bassi. La presenza in Europa di vettori competenti come la Zanzara Tigre solleva il timore che il virus possa adattarsi e trasmettersi localmente anche nei nostri climi. Lo studio ha testato la competenza vettoriale di tre specie di zanzare: Aedes albopictus (ceppo proveniente dall’Italia), Anopheles atroparvus dalla Spagna e Culex pipiens (forma molestus) dal Belgio. Le zanzare infettate artificialmente sono state mantenute in laboratorio per analizzare il tasso di infezione, disseminazione e trasmissione del virus.
I risultati mostrano che Aedes albopictus ha un’elevata competenza vettoriale, con oltre il 90% di individui infetti e presenza del virus nella saliva già dopo 7 giorni, dimostrando quindi la possibilità concreta di trasmissione. Anche Anopheles atroparvus si è rivelata in grado di trasmettere il virus, seppure con tassi inferiori, mentre Culex pipiens si è dimostrata totalmente refrattaria.

Questi dati suggeriscono che, in caso di introduzione del virus Mayaro da parte di viaggiatori infetti, la trasmissione locale sia un evento possibile.
Il rischio per l’Italia è tutt’altro che teorico stante le elevate densità di popolazione di Zanzara Tigre che si registrano da maggio a ottobre.
Le condizioni climatiche favorevoli, il traffico internazionale e la presenza costante del vettore creano un contesto di rischio che richiede attenzione.
Gli autori dello studio raccomandano di rafforzare la sorveglianza entomologica e virologica sui generi Aedes e Anopheles, monitorare i casi importati, intensificare le azioni di controllo nei Comuni con alta infestazione e proseguire la ricerca sulla competenza vettoriale delle popolazioni locali. In Emilia-Romagna il monitoraggio costante rappresenta una priorità per prevenire la diffusione di nuovi arbovirus.
Questo studio conferma che Ae. albopictus, già responsabile di focolai autoctoni di chikungunya e dengue in Italia, può potenzialmente trasmettere anche il virus Mayaro. È quindi fondamentale mantenere alta l’attenzione, ridurre i siti larvali e sostenere la sorveglianza integrata uomo-vettore per evitare che un virus tropicale come il Mayaro possa trovare terreno fertile anche nel nostro Paese.